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Tempo


"Produci, consuma, crepa" è il ritornello di una vecchia canzone ancora attuale. Tre parole che descrivono l'intero ciclo esistenziale nel quale la "mancanza" di tempo non ci permette di vivere bene.
Siamo meteore in cielo e terra, rimbalziamo dal luogo di lavoro, al supermercato, alla casa-dormitorio come schegge impazzite e se abbiamo figli, la faccenda si complica ulteriormente. La stranezza è che il tempo non è diminuito rispetto a quello dei nostri genitori o nonni, esso scorre inesorabilmente identico a se stesso ed anzi, con l'aiuto della techne riusciamo ad impiegarne sempre meno per espletare le nostre funzioni: ci spostiamo, comunichiamo, ci procuriamo tutto ciò di cui necessitiamo in tempi brevissimi eppure ci sembra di non averne mai a sufficienza per fare quello che davvero ci soddisfa e gratifica. Forse non è una questione quantitativa ma qualitativa, facciamo cioé un cattivo uso del nostro tempo confondendo il ben-essere con il ben-avere. Ci illudiamo che saranno le cose che raggiungeremo domani a procurarci serenità anziché cercare di vivere al meglio ogni istante. Siamo certi di saper riconoscere cosa davvero è importante ed arricchisce la nostra esistenza? Stiamo dando ai nostri figli quello che gli sarà utile per diventare adulti realizzati? La ricerca di un'esistenza dotata di senso ed autentica trova risposte in ciò che la nostra cultura, la società e la scuola oggi impongono? E soprattutto, ci prendiamo il tempo per queste ed altre domande?

6 Comments

Discussion

  1. Credo anch'io che l'uso del tempo sia molto cambiato. Credo anche però che non possiamo sottrarci al cambiamento. Abbiamo a nostro favore mezzi che anzichè darci più tempo lo divorano. Probabilmente la storia, il ricordo dei tempi passati non dovrebbero essere solo nostalgia ma, a mio avviso, fodamenta per utilizzare al meglio tutto ciò che è stato "prodotto, consumato" magari prima di "crepare"....
    I.M.

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    1. Spesso il ricordo del passato procura rimpianto e sensi di colpa così come le aspettative sul futuro creano ansia. Forse il cambiamento autentico si ha nel vivere al meglio il presente, l'adesso. Nell'esserci pienamente in tutto ciò che facciamo, anche nelle cose più semplici ed apparentemente inutili.
      E.A.

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  2. Essere nel presente è una sfida non facile... come si fa ad imparare a non lasciarsi portare in tutte le direzioni?

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    1. "Un uomo che camminava per un campo si imbatté in una tigre. Si mise a correre, tallonato dalla tigre. Giunto a un precipizio, si afferrò alla radice di una vite selvatica e si lasciò penzolare oltre l'orlo. La tigre lo fiutava dall'alto. Tremando, l'uomo guardò giù, dove, in fondo all'abisso, un'altra tigre lo aspettava per divorarlo. Soltanto la vite lo reggeva. Due topi, uno bianco e uno nero, cominciarono a rosicchiare piano piano la vite. L'uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola. Afferrandosi alla vite con una mano sola, con l'altra spiccò la fragola. Com'era dolce!"
      101 STORIE ZEN (ADELPHI)

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  3. Forse abbiamo troppi stimoli ed opportuntà e quindi, non potendo coglierle tutte, viviamo perennemente con la sensazione di perdere delle occasione e che il tempo non ci basti. Penso che riscoprire il piacere dell'ozio, dello stare senza fare niente, godendoci e senza la sensazione di perdere tempo, sarebbe un grande cambiamento e un'importante conquista. R.R.

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  4. Già, questa smania di avere, sapere, essere,... che non ci basta mai. Ma alla fine noi non bastiamo a noi stessi! La sola idea che il tempo libero debba essere occupato da qualche attività è una contraddizione.
    I.M.

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